domenica 9 giugno 2013

Il nostro orto in festa e...l'orto in una mano.

La locandina appesa alla nuova recinzione.
 Anche quest'anno nell'orto si festeggia, o meglio tutta la città festeggia l'infanzia con la festa "Un, due, tre...stella!"...dove noi giochiamo in casa.
Superstiti di un'alluvione notturna che ha distrutto tutti gli stand montati sabato pomeriggio, dopo qualche ora per sistemare e mettere tutto in sicurezza, si iniziano le attività. 
La proposta di quest'anno:
L'orto in una mano. Un orto piccolo piccolo che ogni bambino (ma anche i genitori) può realizzare, osservare crescere, assaggiare...ma soprattutto narrarne la storia. Perchè quest'anno la storia la scrivono i bambini!
Materiale per l'attività "L'orto in un a mano".
Un'altra grande e speriamo efficace novità di quest'anno: la recinzione in legno anti-ladro seriale!

Nuova recinzione e nuova insegna.
Non bastasse, Vanda ha piazzato dei gufi qua e la a custodia dell'orto.
Cito testualmente quanto sostiene Vanda: "...diciamo che secondo un'antica leggenda celtica i gufi custodi portano disgrazia a chi si appropria di quanto custodiscono...", speriamo funzioni!
Coppia di gufi "custodi".
Gufo "custode" dove ci hanno appena rubato la menta piperita.
Mentre restauriamo l'orto i bambini iniziano a menarsi con i sacchi di juta.
Preparativi appena finito di piovere, momento di riflessione sul da farsi.
Vista lato sinistro dell'orto.
Vista dalla vite antica.
Malvone in fioritura. (Alcea o malva rosea)
Acconciatura da "ortigiana" per Teresa.
Verbasco o tasso barbasso.
Eco-topo.
Ortigiana stanca che ripulisce le zucchine al suon di musica!
Primi girasoli della stagione.
Parte destra dell'orto, la spirale sinergica.
Lattuga in fiore.
Eco-stambecco.
Vista sulla spirale sinergica ,
con i passaggi coperti con sacchi di juta.


martedì 18 settembre 2012

Il pomodoro blu "Ceresa Azul" o "Cherry blue".

Della serie "se non son strani non li vogliamo!" finalmente i primi pomodori "Ceresa Azul"! Questa varietà trovata attraverso Francisco (in Spagna) è arrivata sino a noi attraverso il grande Angelo, che li coltiva e di cui potete leggere il post sul blog:
http://amicidellortodue.blogspot.it/2011/09/pomodoro-ceresa-azul.html
E' un pomodoro a grappolo di piccola misura, saporito, dolce e molto ricco di licopene ed antociani (sostanze che ne danno il tipico colore, molto preziose per dare benefici al nostro organismo).
Lascio parlare le immagini.....
Acerbi iniziano a pigmentarsi.

L'esposizione al sole aumenta la pigmentazione che sembra viola.
Iniziano a maturare, la polpa si fa rossa.

I pigmenti blu-viola sono solo sulla pelle.
Polpa soda e rossa,  pelle sottile pigmentata scura.

mercoledì 1 agosto 2012

Zucca "Uchiki kuri": antica varietà giapponese dell'isola di Hokkaido.

La varietà Uchiki kuri è una meravigliosa zucca dalla tipica forma di cipolla, con una buccia di colore rosso/arancione, coltivata nell'isola di Hokkaido. Il governo giapponese si è mobilitato e grazie all'istituzioni che l'hanno promossa consigliandola per migliorare l'alimentazione degli abitanti stessi dell'isola che ha potuto anche diffondersi ed essere apprezzata al di fuori dell'isola e in tutto il Giappone.
Frutti in formazione a vari stadi.
Fa parte delle Cucurbira Maxima Duchesne, arriva matura ad un peso che va dagli 800 gr ai 1500 gr, è molto facile da coltivare perchè si adatta a tutti i terreni e climi, quindi non ha particolari esigenze, pur essendo molto vigorosa. Praticamente adatta anche a un principiante. In cambio è possibile avere un buon numero di frutti di ottime qualità organolettiche, buon sapore e lunga conservabilità. E' meglio consumata almeno un mese dopo la raccolta in modo che si esalti il sapore della polpa che ricorda quello delle castagne. La consistenza della polpa è soda e croccante, la buccia è molto sottile tanto che si lascia consumare, assieme alla polpa, anche cruda. Questa zucca si adatta a molteplici preparazioni anche tagliata sottile o grattuggiata cruda (con buccia) per un originale insalata. E' una zucca che vale la pena provare a coltivare.
Cotiledoni, ovali e carnosi, 
al centro iniziano ad accennarsi le prime foglie vere.
La semina si può anticipare in luogo caldo e protetto a febbraio-marzo per trapiantare dopo che sono uscite il primo paio di foglie vere o seminare direttamente in campo a fine aprile o inizi maggio. 


Cotiledoni con prime foglie vere.


Si sviluppa molto vigorosamente quindi lasciare una distanza tra impianti di 1,5 mt. Per praticità e risparmio di spazio, la si può far crescere come rampicante su graticci, reti, canne o pergolati. E' auspicabile proteggere i frutti dal sole troppo forte avvolgendoli in paglia o ben ombreggiati dalle stesse foglie.
Fiore femmina in formazione.
Raccogliendole, 90 dalla fecondazione, è meglio tagliare il picciolo un po lungo, farle finire di maturare per un mese in luogo arieggiato per riporle, poste con il picciolo in basso, in un luogo fresco per una lunga conservazione.


Aggiorno foto in itinere.

martedì 17 luglio 2012

Riciclo: bottiglie in pet e bottiglie del latte tornano utili. (DIY)

L'esigenza aguzza l'ingegno.
Sapete quando aprite i sacchetti in plastica degli alimenti come farine, pastine dei bimbi o granaglie...sorgono due problemi. Primo come richiuderli benissimo e secondo come non far fatica a versare, con il bordo del sacchetto tagliato e molle, il contenuto che se ne scappa ovunque! Semplice basta recuperare delle bottiglie e dei flaconi usati, lavarli bene prima di riusarli. Anche i tappi dei cartoni del latte ( la parte alta è anch'essa in plastica) va bene. In base alla grandezza del contenuto è meglio usare imboccature più larghe o più strette. Pochi semplici passaggi, descritti dalle foto, ed è fatta!!!
Buon Lavoro.
Pochi semplici passaggi ed è fatta!

mercoledì 11 luglio 2012

Salvia argentea...un tenero peluches che nasce dalla terra.

Salvia argentea, in inglese Silver Sage, il primo anno,
foglie ricoperte da una folta peluria argentea.
Salvia argentea , famiglia delle Labiatae. ( angl. Silver sage)
è una pianta perenne, di breve durata, tanto che erroneamente viene considerata e coltivata come biennale.

E’ originaria delle aree a sud dell’Europa, diffusa spontaneamente dal Portogallo alla Bulgaria, anche se è difficile idividuarla.
E’ caratterizzata da delle rosette composte da amplie foglie (anche più di 30 cm di lunghezza e circa 20 cm di larghezza) coperte da una folta peluria bianco-argentata, soprattutto nel primo anno di formazione, lo stelo della spiga floreale arriva a 150-200 cm di altezza nel secondo anno di vita.
Pelosissima Salvia argentea,
il secondo anno, prima della fioritura.
Getto che formerà la spiga floreale,
nel secondo anno.
Non ha il profumo o un sapore intenso di altre salvie ma è una pianta insolita con un notevole valore decorativo e sensoriale (è meravigliosa al tatto). I nostri bambini, incantati per l’aspetto morbido e tenero simile al pelo di un cucciolo, l’hanno ribatezzata “salvia Peluches”. 

Necessita di un terreno ben drenato ed una posizione soleggiata. Regge bene la siccità ma  come tutte le salvie è xerofila, la disponibilità di acqua ne aumenta lo sviluppo. Può resistere il freddo fino a -10°C  ma è preferibile fare una buona pacciamatura con foglie secche o paglia per proteggere le radici da metà autunno fino a primavera quando si è sicuri siano passate le ultime gelate.
Fiori di salvia argentea.
Salvia argentea in fioritura.
La fioritura compare il secondo anno, da aprile- luglio, con alte spighe cariche di fiori bianchi con leggere sfumature avorio e lilla. Alla comparsa del getto floreale l’aspetto delle foglie muta, la peluria diminuisce e molta dell’energia della pianta va alla formazione dello stelo, dei fiori e dei semi a scapito dell’aspetto delle foglie, che cambiano notevolmente il loro aspetto. Questo porta molte persone a cimare il getto floreale appena si forma, rinunciando così alla fioritura, per privilegiare e matenere l’incantevole aspetto delle foglie. Dopo aver formato la semenza la pianta è totalmente consumata e le foglie in pessimo stato, quasi morta. Da qui molti credono sia una pianta biennale che abbia finito il ciclo vitale...e la eliminano. 
Dopo aver potato drasticamente la pianta,
dal fusto lignificato si riformano le nuove foglioline pelose.
Basta ripulirla totalmente asportando i residui di fioritura e quasi tutte le foglie (lasciandone una per ramo per tirare la linfa). In una sola settimana partiranno molte nuove gemme fogliari e in breve la pianta si rigenererà, belle e ricca più del primo anno...nasceranno tante nuove foglioline tutte belle pelose!
Pianta totalmente rigenerata, pochi giorni
dalla drastica pulizia dopo la fioritura.
I semi hanno una cuticola composta da mucillaggini igroscopiche che al contatto con l’acqua si rigonfia avvolgendolo in una sostanza gelatinosa e appiccicosa i semi. Sistema e stratagemma di cui sono dotati molti semi di piante da climi aridi, la membrana si rigonfia assorbendo l’umidità e fornendo al seme una riserva di acqua necessaria alla germinazione,  allo stesso tempo l’adesività gli permette di ancorarsi al terreno prescelto per lo sviluppo.
Semi idratati, avvolti in un gel, e semi secchi.
Semi secchi, quadretti di 5mm.



Si riproduce faticosamente per seme tra fine gennaio e inizio febbraio in luogo riscaldato a 20-22°C, il tempo di germinazione è molto lungo 2-8 settimane, il seme necessita di luce crescente e di non essere ricoperto da terriccio. Quando le piantine sono cresciute  trapiantarle a dimora appena la temperatura lo permette (+ 15°C). Con più semplicità e un risultato sicuro si riproduce per talea in tarda estate, fine agosto.




E’ una pianta che affascina molto e fa bella mostra di se sia in un orto che in giardino per il suo bel verde argentato. E’ adatta in particolar modo in un giardino sensoriale per bambini, che amano coccolarla.... attenzione perchè piace molto anche alle lumache!


Un ringraziamento al Sig.Roberto Faverzani, presidente dell'Ass.Fior di Mylius, che ci ha regalato l'anno scorso la piccola piantina di Salvia argentea che abbiamo trapiantato ad Ortobello Road e da cui abbiamo potuto osservare, documentare e fotografare questa varietà.

lunedì 9 luglio 2012

Crisi alimentare e il furto dei terreni pubblici.

Crisi alimentare e il furto di terra globale.
Governi e le società stanno comprando terreni agricoli in altri paesi a coltivare il proprio cibo o semplicemente per fare soldi. 
Queste tre righe riassumono quanto approfondito nel seguente sito:
http://www.farmlandgrab.org
Tra parecchi articoli da tutto il mondo, si può trovare tratto da "il Manifesto" di settimana scorsa, 3 luglio, il seguente articolo che riporto.
«Land grab» in salsa italiana.


"C'è un dato che emerge chiaro e lampante scorrendo il nuovo rapporto dell'associazione Re:Common (www.recommon.org) intitolato «Gli Arraffa Terre»: l'Italia è seconda solo al Regno Unito tra gli Stati europei più attivi nella discutibile pratica del land grab.
L'accaparramento dei terreni agricoli negli ultimi anni ha vissuto un vero e proprio boom, anche a causa della crisi che attanaglia il pianeta. Gli appezzamenti di terra, infatti, sono visti sempre più spesso come un bene rifugio per gli investitori, che però, come nel caso degli italiani, hanno scoperto anche un altro affare lucroso: quello degli agro-combustibili.
In totale sono una ventina le compagnie del nostro paese attive in maniera decisa in questo business. Nomi più o meno conosciuti, da Eni a Maccaferri, fino ai tre big del credito (Unicredit, Intesa e Monte dei Paschi di Siena). Se in Patagonia si è mossa in grande stile la Benetton, non mancano le imprese di dimensioni medie, molto presenti soprattutto in Africa, in particolare in Mozambico, Etiopia e Senegal.
Le compagnie italiane acquisiscono a poco prezzo e per periodi molto lunghi decine di migliaia di ettari in paesi afflitti da siccità e fame, come l'Etiopia, per impiantare colture intensive, con lo scopo di produrre cibo per l'esportazione o per coltivare olio di palma o jatropha poi impiegati, come accennato prima, per generare agro-combustibili.
Si pensi al caso della Fri-el Green, che proprio in Etiopia ha messo le mani su 30mila ettari, pagati la miseria di 2,5 euro l'uno l'anno per un periodo di 70 anni, la cui produzione di olio di palma potrebbe essere destinata ad alimentare la controversa centrale termoelettrica di Acerra. O ancora alle numerose imprese che, con l'aiuto delle autorità governative e consolari italiane, sono sempre più attive in Mozambico.
Nonostante le rassicurazioni delle compagnie, le stesse colture hanno un impatto molto negativo sulle comunità locali. Le piantagioni di jatropha, per esempio, entrano spesso in competizione con la produzione alimentare, sia ovviamente nel caso in cui vengano messe a coltura su terreni molto fertili, sia quando sono coltivate su terre cosiddette marginali, ma in realtà essenziali per la sussistenza di piccoli agricoltori, pastori, cacciatori e raccoglitori. Questo compromette in maniera permanente tali mezzi di sussistenza, distrugge preziosi ecosistemi naturali e danneggia irreparabilmente la biodiversità locale.
Oltre all'accaparramento di terre all'estero, favorito dalla zelante disponibilità degli esecutivi locali, negli ultimi mesi si è aperto anche un «fronte interno», caratterizzato dalla alienazione dei terreni agricoli del demanio pubblico, prevista dall'articolo 66 della Legge di stabilità del 2012. Un provvedimento molto discusso e avversato, tanto che Genuino Clandestino (http://genuinoclandestino.noblogs.org) ha subito lanciato una campagna nazionale per chiedere una modifica del dettato normativo.
La settimana scorsa sono state consegnate al presidente del Consiglio Mario Monti migliaia di cartoline sottoscritte da aprile a metà giugno proprio per dire no al tentativo di svendita delle terre pubbliche da parte del governo.
Secondo Genuino Clandestino continuando su questa linea si fa solo il gioco degli speculatori, privando le comunità della prerogativa di decidere come gestire in maniera responsabile ed efficace ampie fette del territorio del nostro Paese. Insomma, in Italia o all'estero, la rincorsa agli ettari di terra da parte dei soggetti privati sembra solo all'inizio." Luca Manes

Vi consiglio inoltre di dare un occhio a:
il movimento contadino per la liberazione delle terre agricole.
Tante informazioni e iniziative anche in Italia, perchè non vengano venduti i terreni del demanio pubblico ma affidati a giovani agricoltori e disoccupati che se ne prendano cura e li coltivino.

giovedì 5 luglio 2012

Piselli con il bacello blu, var."Blauwschokker".

Avevamo già fatto cenno a questa varietà qualche settimana fa. Una varietà antica e pregiata di piselli precoci, la varietà "blauwschokker" (1932?), Pisum saaivum, Leguminose. 
In realtà il blu è un viola molto scuro.
Ora ospiti sul blog "Amici dell'orto"abbiamo pubblicato un po più di informazioni cliccate qui per collegarvi al post, dove potrete leggere e vedere alcune immagini.

giovedì 28 giugno 2012

Kohl Rabi, una astronave sulla terra.

Kohl rabi, ortaggio alieno?


A Ortobello Road c'è ben poco di normale! Questo ortaggio è proprio strano, sembra un'astronave aliena che sta atterrando sulla terra...quando gli adulti partono con la fantasia non sono da meno dei bambini!
Sono adorabili da veder crescere ...e crescono velocemente. Il colore è molto brillante, un bel porpora azzurrato che risalta molto sulla terra dell'orto.


Per essere un po più seri e scientifici stiamo parlando di una Brassica oleracica L. varietà gongylodes o caulorapa, più semplicemente Cavolo rapa. Si tratta infatti di un cavolo globoso (il ganbo crescendo si rigonfia notevolmente come una rapa) molto coltivato nel nord Europa a partire dal 16° secolo ma già citato in "Capitulare de Villis" del a.a. 795 da Carlo Magno. Ci sono varietà bianche con sfumature verdi o varietà, come la nostra, porpora con sfumature blu.
Kohl rabi piccino.
Si semina in primavera per la raccolta estiva o in estate per la raccolta autunno-invernale. Meglio se si semina in vasetti, per trapiantare con tutto il pane di terra integro quando raggiunge i 10-15 cm di altezza. E' una pianta biennale, conclude il suo ciclo vegetativo e fiorisce il secondo anno. Non necessita terreni particolari, ha una grande adattabilità, anche se predilige e da il meglio in un terreno ricco di compost, ben drenato, costantemente umido e leggermente ombreggiato.
Foglie color verde-blu con venature porpora.
Si consuma fresco tagliato o grattuggiato nelle insalate oppure cotto in preparazioni come gli altri cavoli (quando ha la dimensione di una grossa mela) e le foglie si consumano cotte stufate. Si può conservare in vasetti sotto aceto o in salamoia con spezie, tagliandolo a bastoncini e scottandolo prima in acqua bollente qualche minuto.
Il sapore richiama un misto tra cavolo e rapa molto delicato al palato.
(....non l'ho ancora assaggiato).
Ripulito prima di riporlo in frigorifero.

sabato 23 giugno 2012

Bruchi...ospiti anche quest'anno!

Primo bruco di Papilio Machaon.
La storia si ripete anche quest'anno...e ne siamo felicissimi!
Proprio questa mattina sul finocchietto selvatico ho notato due bellissimi bruchetti di Papilio Machaon, ci auguriamo i figli delle due farfalle nate sulla stessa piantina lo scorso anno.

martedì 12 giugno 2012

Agroecologia e Sostenibilità ambientale in Lombardia.

Segnalo, per chi ci vorrebbe conoscere o per chi già ci segue, domenica prossima siamo a Cascina le Caselle di Prevalle (Brescia)  in via Garibaldi, 28. Vedete la mappa, basta cliccare QUI.
Ci sarà dalle ore 16,30 un confronto tra esperienze volte a creare sinergia tra produzione e consumo alimentare a livello locale e a coltivare relazioni tramite l'orticoltura.
Per Cascina Santa Brera interverrà Anna Morera Perez, nostra formatrice per l'agricoltura organica e grande amica.
Ci vediamo
Pat
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